I MIEI LIBRI :
Mal di scuola
FILMOGRAFIA SUL MONDO DELLA SCUOLA E PER LA SCUOLA
“Sono la professoressa Gueguen e sarò la vostra professoressa di Storia e Geografia e
anche di Storia dell’Arte per chi ha scelto questa opzione …
insegno da ben 20 anni , mi piace insegnare e in generale eviterò di imporvi un’atmosfera pesante perché non è da me, d’accordo?”
(da Una volta nella vita!)
Presentazione
Il compito dell’educatore è ancora quello che indicava Rousseau nell’ Emilio:
“Vivere è il mestiere che voglio insegnargli”
Un progetto pensato per sensibilizzare adulti e giovani che , nei vari ruoli, attraversano e vivono l’ambito scolastico con tematiche e riflessioni molto attuali che spesso solo le immagini e dei percorsi filmici “dedicati” sanno restituire in maniera forse più efficace di lunghi discorsi e di molte analisi.
Una proposta filmografica che si focalizza su quei film in cui tutto viene messo in discussione nel rapporto scuola-istituzione, scuola –società/famiglia e scuola –eredità.
Un argomento che ci riguarda, più o meno direttamente, tutti: la scuola.
“Mal di scuola” per l’autrice rappresenta un sentimento di nostalgia per il mondo scuola che tanto le ha dato e a cui crede aver dato tanto. L’autrice ci racconta come ami la scuola e lo studio da sempre e ancora oggi quando deve fare delle sue ricerche per approfondimenti le sembra sempre una grande festa e una grande opportunità per continuare a studiare e ampliare le proprie conoscenze.
“ Mal di scuola” riguarda anche le difficoltà che si incontrano lungo il percorso della propria formazione che non è mai lineare.
Questo nuovo progetto segue , un po’ a distanza di tempo, la prima filmografia su separazione e divorzio de “I giorni perduti “ del 2011 in cui l’autrice aveva dedicato un’intera sezione al tema de “i diritti dei bambini” e in seguito aveva avuto la necessità di creare anche in rete un nuovo blog dal titolo “ I bambini ci guardano” (https://wordpress.com/post/steficavallo.wordpress.com/21) e da allora pensava che sarebbe stato interessante offrire un ulteriore spaccato trattando il mondo “SCUOLA” attraverso il contributo di quei registi e sceneggiatori che con le loro pellicole hanno segnato passaggi importanti a livello culturale , con letture molto significative sia sul piano della Scuola come Istituzione, della Scuola come impatto Sociale e infine della Scuola come Eredità valoriale per le giovani generazioni .
Questo nuovo lavoro è appunto in continuità col primo realizzato , qualche anno fa dall’autrice, sui temi della mediazione familiare, dei conflitti coniugali e separazione/ divorzio , con uno sguardo rinnovato e con dei rimandi alla personale esperienza sia di genitore attivo a livello scolastico , sia come insegnante precaria e di sostegno allo studio per giovani studenti , sia come studiosa sociologica delle principali agenzie formative che hanno forti e significative ricadute a livello sociale .
Registi, scrittori , educatori, preti e addetti ai lavori che trattano temi relativi al rapporto scuola-società , spinti dall'esigenza di raccontare, attraverso la narrazione spesso autobiografica, ci spiegano come la straordinaria avventura dell'educare appartenga a ciascuno, così come l'impegno e la responsabilità nel consegnare alle nuove generazioni il faticoso ed appassionante mestiere di vivere.
In questo senso ha voluto ricordare alcune pellicole i cui protagonisti riscoprono le proprie radici e come anche la scuola sia importante al fine di questo percorso a volte un po’ a ritroso e più speculativo in senso autobiografico per riuscire a scoprire e coltivare i propri talenti . Con questa prospettiva diventa fondamentale la dimensione del racconto di storie che ci parlano di coraggio e di sogni . Attraverso queste pellicole è possibile cogliere un bel esempio di come “Educare non è riempire un secchio, ma accendere un fuoco” (W. B. Yeats) e l’ augurio è che questo accada più spesso e che non si tolga ad esempio la musica tra le materie di insegnamento nelle nostre scuole in quanto patrimonio culturale e spirituale con ricadute sociali molto positive, perché la musica, come lo sport e il teatro, ha una forte componente unificatrice tra le persone e i popoli .
Infine l’autrice auspica che questo nuovo percorso e progetto pensato nel tempo e cresciuto in questi anni possa creare momenti di discussione e di confronto nelle scuole e nella società civile , tra insegnanti , educatori , studenti e famiglie in maniera da attivare nuovi progetti nei quali riconoscersi nel difficile e misterioso mestiere dell’insegnare e dell’ apprendere.
PRESENTAZIONE AL VOLUME
Con piacere e simpatia accolgo questo nuovo e versatile compendio nella Collana “Orientamenti“, dedicata all’ intervento intra-famigliare educativo-criminologico ed alla Responsabilità professionale verso l’infanzia e l’adolescenza, in quanto l’autrice ha voluto focalizzare un tema che le è particolarmente caro e che riguarda il delicato compito dell’ “essere genitore”, attraverso una proposta ed uno sguardo originale e ricco di riflessioni , soprattutto di interrogativi vecchi e nuovi.
L’approccio utilizzato è quello di un dialogo serrato che l’autrice intrattiene con se stessa , attraverso una sorta di diario quotidiano , alla prese col difficile e arricchente “mestiere” di genitore, coniato “genitore equilibrista”.
La forma narrativa scelta , ancora una volta, è per l’autrice proprio quella della scrittura e la sua attività di “mamma-blogger” , con l’ausilio appassionato e spesso necessario di brani della letteratura e di riferimenti filmici contemporanei sul tema.
Per l’autrice ogni genitore può trovare il proprio modo di connettersi col proprio figlio pre-adolescente e adolescente, così come lei stessa ci svela di averlo trovato col linguaggio cinematografico e la stessa passione per il cinema del figlio con cui decodificare richieste di crescita, di ricerca di autonomia e di un’ identità nel gruppo dei pari .
Si coglie nelle parole e nell’ esperienza maturata di genitore , anche in maniera mai troppo seria ma “semiseria” , come viene definita, una sorta di “manifesto/testimone morale” di chi ha scelto di non delegare il proprio compito educativo per cercare “buone pratiche” da accogliere e scambiare, su cui riflettere , evitando quei facili stereotipi su cui a volte i genitori preferiscono fermarsi senza invece : “ mantenere alto il livello di problematicità rispetto alle diverse questioni educative che ci vedono protagonisti con i nostri figli nella quotidianità , a volte sono divulgate molte banalità su questo tema dell’educazione “ e ancora : “Noi Genitori abbiamo molte leve in questo senso si tratta solo di ri-orientare il nostro sguardo in maniera che non sia mai banale e semplicistico e non ci si accontenti delle “ricettine” anti-panico ma si recuperi il senso e il significato di valorizzazione del ruolo dell’educatore di oggi che coltiva degli interessi delle passioni e abbia delle idealità anche da comunicare “.
Libro indispensabile a chi opera sulla relazione e sull'umano introduce una metodologia di approccio innovativa ed assolutamente efficace perché supera le barriere razionali per arrivare direttamente alla parte emozionale della Personalità e dei sistemi famigliari.
Prof. Matteo Villanova (direttore della Collana “Orientamenti” per Intervento intra-famigliare educativo criminologico e Responsabilità professionale verso infanzia e adolescenza e presidente dell’OLTREE – Osservatorio Laboratorio Tutela Rispetto Emozionale Età Evolutiva, Università Roma Tre).
BIO & BIBLIO
Stefania Cavallo
Milanese, classe '61, sociologa della famiglia e mediatrice familiare; un po’ saggista e blogger sociale per passione. Si potrebbe dire di lei: “ricercatrice spirituale e libera pensatrice”.
Oggi è consulente e formatrice con percorsi legati alla qualità della comunicazione e delle relazioni; esperta di gestione dei conflitti e di mediazione umanistica; mediatrice familiare. Organizza e conduce incontri realizzati per genitori, educatori ed insegnanti sul tema “Famiglie di oggi. Nuove Famiglie e Diritti dei Bambini” ed “Educazione alla Pace” . Ama scrivere articoli su tematiche di carattere sociale e culturale.
In questi anni si è dedicata con passione al tema del “lavoro che non c’è”, dando concretezza a diverse realtà e progetti che prevedono la costituzione di spazi di confronto e dialogo per sostenere e supportare psicologicamente le persone disoccupate, inoccupate , in cassa integrazione o precarie.
Opera privatamente presso uno suo spazio, in provincia di Milano, che ha nominato “Spazio di mediazione familiare e di ascolto”, ossia uno “sportello” al quale le persone possono rivolgersi previo appuntamento telefonico. È uno spazio anche di “ascolto”, dove si cerca di capire il bisogno della persona e lo si orienta adeguatamente, offrendo condivisione e sostegno in diverse situazioni problematiche.
I libri pubblicati:
“I giorni perduti. La mediazione familiare attraverso una proposta di Filmografia su separazione e divorzio”, Collana Orientamenti, Ed. La Sapienza di Roma, 2011;
“Lavoratori Acrobati. Pensieri, immagini e racconti di crisi” , Collana Orientamenti, Ed. La Sapienza di Roma, 2012.
“Istruzioni per l’uso anti-crisi e Mutuo Aiuto”, Collana Orientamenti, Ed. La Sapienza di Roma, 2013.
“Il baritono Mino Cavallo. Memorie e radici della Lirica “, Collana Orientamenti, Ed. La Sapienza di Roma, 2014.
INFO CONTATTI: Stefania Cavallo
392/1316509
Spazio di Mediazione Familiare e di Ascolto - Formazione e avvio di Gruppi di Auto-Mutuo-Aiuto - Basiano MI
Blog: www.stefaniacavallo.wordpress.com (in tema di precarietà , lavoro e sociale : Lavoratori Acrobati)
www.steficavallo.wordpress.com (in tema di Infanzia, mediazione familiare, comunicazione genitori-figli e società : I bambini ci guardano)
http://baritonominocavallo.jimdo.com (in tema di importanza delle proprie radici e sulla memoria dei propri antenati : memoriale "lirico" di mio nonno e famiglia)
Sito: http://stefaniacavallo.oneminutesite.it/chi_siamo.html (professione e attività culturali)
LA COLLANA ORIENTAMENTI CASA EDITRICE LA SAPIENZA DI ROMA E IL MIO ULTIMO LIBRO :
IL BARITONO MINO CAVALLO. MEMORIE E RADICI DELLA LIRICA
Giugno 2014
Pubblico di seguito alcune informazioni relative alla Collana Orientamenti della Casa editrice La Sapienza di Roma . La Collana Orientamenti è diretta dal Prof. Matteo Villanova con cui pubblico i miei libri dal 2011 e ne sono molto orgogliosa in particolare per le finalità che contempla e per la metodologia proposta di approccio integrato mirato alla consapevolezza e alla competenza degli Operatori verso la costruzione della Rete territoriale ed alla riduzione dei fenomeni di manipolazione traumatica per l’Infanzia e l’Adolescenza.
Orientamenti
Collana dedicata all’Intervento intrafamiliare educativo-criminologico ed alla
Responsabilità professionale verso l’infanzia e l’adolescenza
Diretta da
Matteo Villanova
La Collana "ORIENTAMENTI", diretta da Matteo Villanova, è dedicata all' Intervento
educativo-criminologico ed alla Responsabilità professionale verso l' infanzia e l' adolescenza e
nasce come risposta alle esigenze di formazione continua e trasversale e di aggiornamento dei
tanti Professionisti, consapevolmente o inconsapevolmente coinvolti (come gli operatori del
diritto e della sicurezza) sul territorio nella mission di Prevenzione primaria (riduzione del
rischio) per l'infanzia e l' adolescenza, ovvero nella tutela della genitorialità e della famiglia. La
finalità è l'individuazione precoce dei fattori di rischio evolutivo che predispongano all'
insorgenza di nuclei di patologia evolutiva alla base di quelle vulnerabilità che portano il
minore a diventare vittima prima ed autore di reato poi e quindi successivamente alle
condotte dissociali ed alla criminogenesi nel giovane adulto, sottolineando l'importanza dei
processi di formazione individuale e sociale come fondamentale investimento nelle strategie di
intervento preventivo e trattamentale molto tempo prima di essere costretti all' intervento sul
danno già avvenuto (Prevenzione secondaria) o addirittura alla necessità della pena nel
tentativo di ridurre le conseguenze della danno già avvenuto (Prevenzione terziaria) quale
fallimento di ogni missione formativa transgenerazionale.
Nel proporre contenuti selezionati in questo campo di ricerca viene rivolta particolare
attenzione alla latente "patologia della normalità" anziché alla ormai evidente "normalità della
patologia" per identificare e riconoscere gli indicatori di rischio da tempo già presenti e
favorire l' invio al neuropsichiatra nonchè la maturazione di una metodologia di approccio
integrato mirato alla consapevolezza e alla competenza degli Operatori verso la costruzione
della Rete territoriale ed alla riduzione dei fenomeni di manipolazione traumatica,
malpractice, burn-out, mobbing, responsabilità professionale, ecc. in esponenziale aumento.
Promuovere una consapevole sinergia fra medici, insegnanti, educatori, pedagogisti, ministri
del Culto, assistenti sociali, psicologi, paramedici, ecc. ma anche giuristi, giornalisti e tutori
dell' Ordine pubblico significa intervenire efficacemente nella realizzazione etico-deontologica
della sfida formativa nella tutela dell' età evolutiva attraverso la condivisione di contenuti ed
obbiettivi riguardanti tutte le Agenzie di formazione primaria, quali appunto la famiglia, la
scuola, il Culto (non solo come aspetto spirituale ma riferimento a quanto il bambino
spontaneamente "sceglie e ricerca" come lo sport o l' attività di gruppo preferita, boy-scouts,
volontariato, ecc.), i media, i social-networks.
Matteo Villanova è titolare di Neuropsichiatria infantile, Criminologia, Psicopatologia
generale e Forense presso l'Università Roma Tre, didatta del centro Italiano ipnosi clinica e
sperimentale di Torino e docente di Psicopatologia forense dell'età evolutiva per Medicina
legale e Deontologia all' Università Sapienza di Roma, giudice a latere presso il Tribunale dei
Minori di Roma e consulente di più commissioni parlamentari in materia di minori, dirige a
Roma Tre i masters per la Sicurezza dei minori in "Affiancamento intra-famigliare educativocriminologico
e Responsabilità prefessionale per i Professionisti dell' infanzia e dell'
adolescenza" (primo livello) ed in "Scienze della Prevenzione primaria e formativo-forensi per
l' infanzia e l' adolescenza" (secondo livello) nonché l' OLTREEE (Osservatorio Laboratorio
Tutela Rispetto Emozionale Età Evolutiva).
IL BARITONO MINO CAVALLO. MEMORIE E RADICI DELLA LIRICA
di Stefania Cavallo
"Porgo qui un nostalgico e riverente saluto a tutti i Maestri che pazientemente mi guidarono alla sofferenza e alla virtù senza le quali tutte le strade rimangono fatalmente precluse!"
Mino Cavallo
PREFAZIONE
MEMORIA E RADICI INTERGENERAZIONALI
Credo che sia molto importante il bagaglio di risorse, di
esperienza, di memoria storica che può trasmetterci il mondo dei
cosiddetti " anziani" e chi è stato per noi un "buon maestro".
La realtà attuale, il mondo degli adulti e i nostri giovani,
fatica a riconoscere il grande patrimonio di coraggio, di
visionarietà e di utopia trasmesso dai nostri antenati e dai
nostri anziani.
La crisi dei valori di cui si parla tanto ha radici proprio in
questa dimensione della “perdita di memoria collettiva”
negli adulti di oggi.
Anche l’autrice si è posta qualche interrogativo su questo
tema e il desiderio ad un certo punto di voler scrivere di
suo nonno e di un certo periodo della sua famiglia, durante
il periodo “lirico” della sua esistenza di figlia e nipote, in
qualche modo ha voluto tradursi in una personale
necessità affinché non si perdesse questo patrimonio e in
particolare l’esempio ricevuto dagli antenati, sino ai
genitori, in maniera che anche i figli possano sapere e
conoscere quali sono le loro radici e quanto sia importante
coltivare i propri talenti e quanto sia importante la
dimensione del racconto di queste storie che ci parlano di
coraggio e di sogni.
Il racconto biografico e familiare tiene uniti ricordi, storie e valori
tramandati attraverso le diverse generazioni che si succedono
negli anni e nei decenni, se non nei secoli. Nel caso specifico il
tentativo dell’autrice è aver cercato di far parlare alcuni
protagonisti del mondo della lirica italiana, nel secondo
cinquantennio del secolo scorso, fornendo uno spaccato familiare
ed emotivo, pubblico e privato, unico e sconosciuto ai più,
soprattutto sconosciuto ai figli e nipoti. Dai bisnonni di allora
agli zii di oggi, passando dai nonni di oggi, in un delicato
recupero di memorie personali e non, che in momenti di crisi
come quelli attuali, ci restituiscono lo spirito di un tempo ricco di
poesia e di visionarietà, componenti fondamentali del vivere e
spesso neppure più nominate!
Matteo Villanova
Istruzioni per l’uso anti-crisi
e mutuo aiuto
di Stefania Cavallo
PRESENTAZIONE
Ho voluto scrivere questo nuovo contributo, a modi opuscolo divulgativo, per diffondere il più possibile degli strumenti metodologici e operativi di sensibilizzazione culturale per tutti coloro che a vario titolo desiderano “mettere al centro la valorizzazione della persona”, precaria o senza lavoro, ai tempi del “lavoro che non c’è”.
Certo è importante il lavoro di molte realtà e associazioni che mettono al centro il “valore del lavoro”.
Quello che però si è rilevato sul campo è che, ad esempio nelle battaglie sotto forma di vertenze, non si aiutano le persone e rientrare nell’ambito del lavoro, ma , a volte, si allontanano, perché stanche e disilluse dalle continue pressioni.
Inoltre non appena le luci dei media distolgono la loro attenzione, il tutto svanisce e finisce con un nulla di fatto.
Parlando con chi opera in queste realtà mi viene fatto presente che proprio per questo sta emergendo un interesse a progettare nuovi interventi attorno alle vertenze e in tutti quegli ambiti e quelle situazioni di disagio umano che si creano e che non sempre sono “socialmente presidiate”. Nasce per questi motivi la necessità di dare un’alternativa a queste lavoratrici e lavoratori , supportandoli e aiutandoli soprattutto come “persone”.
Il processo di “riappropriazione della propria vita”, in qualche modo, a seguito della perdita del lavoro non è certo un percorso facile e senza ostacoli in quanto può attivare riflessioni anche dolorose ma necessarie per potersi “aprire” al mutuo-aiuto e condividere nuove progettualità e possibili soluzioni.
Il cosiddetto “passaparola” come meccanismo comunicativo virtuoso per questa particolare tipologia di gruppo di auto-mutuo-aiuto diventa fondamentale per facilitare il “primo passo” e far sì che si esca dal proprio isolamento e vissuto di negatività o di auto- sabotaggio.
Interessante è l’idea di estendere questa esperienza ai “presidi”, nelle aziende o nei luoghi di lavoro, laddove spesso lo stato di perdurante “lotta pacifica” (di mesi se non di anni) di conflitto e disagio mostrano sì aspetti funzionali per la “tenuta sociale”, ma non sempre sufficienti a sostenere e supportare i lavoratori nella loro specifica centralità umana, interiore e relazionale.
Lo strumento del progetto gruppo A-M-A per precari e senza lavoro può essere un mezzo alternativo per valorizzare la persona, ridando fiducia, coraggio e rivitalizzando l’autostima. La finalità del gruppo A-M-A per precari e senza lavoro è fin da subito quella di “aiutare” la persona e renderla autonoma per poter proseguire con le proprie risorse e reinserirsi nel mondo lavorativo con una rinnovata consapevolezza.
Una società fondata sul rispetto dei diritti-doveri è senz’altro la prima prevenzione per garantire un futuro equilibrato che tuteli famiglie, donne e bambini.
Stefania Cavallo
10 maggio 2013
Per chi fosse interessato a saperne di più su questo tipo di attività può mettersi in contatto direttamente con:
Dott.ssa Stefania Cavallo
email: stefania.cavallo@alice.it
cell. 392 1316 509 (ore 14-18)
PRESENTAZIONE “LAVORATORI ACROBATI. PENSIERI, IMMAGINI E RACCONTI DI CRISI” DI STEFANIA CAVALLO
“Uno Spazio che si occupi dei Lavoratori in crisi , Disoccupati e Lavoratori Precari quindi tutti ACROBATI . Perchè' non ci si dimentichi di loro e per raccogliere la loro rabbia, il loro disagio, le loro storie e le loro speranze!”.
Così si è esordito sullo spazio creato su facebook un po’ di mesi fa nel presentare questo nuovo progetto che l’autrice ha denominato LAVORATORI ACROBATI , ispirandosi al bel libro “Mamme Acrobate” di Elena Rosci e che rende molto bene l’idea delle mamme di oggi un po’ “multitasking” o “tuttofare” , così come uomini e donne , giovani e meno giovani tutti Lavoratori Acrobati che per riuscire a sopravvivere si sono dotati anche loro di grandi capacità acrobatiche , come quegli atleti che sfidano tanti rischi per non cadere e che spesso sono sprovvisti di reti di sostegno e di salvataggio. Si pensi ,ad esempio, anche a quei lavoratori che lavorano senza una minima misura di sicurezza e sfidano ogni giorno , ogni minuto, la sorte a tutela della propria dignità umana e credibilità sociale.
Questo libro racconta della crisi attuale vista attraverso lo sguardo dell’autrice anch’essa una lavoratrice precaria, anzi spesso “iperoccupata sottopagata” così come si auto-definisce, in un diario quotidiano di interrogativi sul “lavoro che non c’è” alla ricerca di risposte concrete con “azioni concrete” che sia l’Economia che la Politica hanno disatteso, ma che invece la Società civile ha colto come importante opportunità per esprimere il grande bisogno di Solidarietà umana e di Etica emergenti.
Le Storie raccontate dall’autrice sono reali, sono eventi e condizioni vissuti da “Persone” che hanno voluto raccontare la propria condizione di debolezza strutturale , di “paura e speranza” ai tempi della crisi , come dice l’autrice :
“ di paura di fare le cose che abitualmente facciamo per gli altri, abbiamo paura di stabilire delle relazioni e tutto questo annulla anche il “pensare al futuro” e immaginiamo poi l’impatto di questo sentimento interiore e doloroso, il condizionamento che ne consegue quando, da genitori, si hanno bambini piccoli!”.
Anche in questo nuovo libro , (che segue a distanza di circa un anno il suo primo in tema di mediazione familiare e sempre pubblicato nella stessa Collana Orientamenti ), non manca lo sguardo sociologico e l’occasione di parlare di “famiglie” e di “bambini” e di come spesso questi eventi “di non lavoro” nella vita degli adulti-genitori di figli piccoli , possano “spezzare” le loro esistenze e così dice l’autrice , quando racconta dei “licenziati dei treni-notte” che chiama “i lavoratori senza treno e senza lavoro” :
“Devastanti le ricadute economiche, e non solo, nelle loro vite, togliendo a questa famiglia e a questi bambini la possibilità di continuare a vivere dignitosamente.
Questi licenziamenti lavorativi, a volte anche in contemporanea per entrambi i genitori, sono dei ve
ri drammi umani per tutte le coppie con figli piccoli e la cosa che non viene quasi mai presa in con
siderazione in questi casi è proprio come gestire la situazione specifica con i propri figli.Senza lavoro per “quei” genitori, “quella” famiglia, nolente o volente viene “spezzata” ed è difficile spiegare a dei bambini piccoli cosa stia succedendo senza che si possa rischiare di generare in loro ulteriore preoccupazione e ansia del presente e per il futuro.
Ecco in questi casi come non ricorrere alla grande psicoanalista francese e conoscitrice dell’infanzia, Françoise Dolto, quando dice che - i bambini hanno diritto alla verità?- “.
In definitiva , l’autrice ,con questo suo contributo, aiutata dai protagonisti delle sue “Storie di crisi” vuole lasciare una “testimonianza” di questi tempi e un messaggio forte quando dice così :
“ Il mio intento, anche con questo scritto, è quindi proprio quello di dare un piccolo contributo di ottimismo realistico al dibattito attuale che ci vede coinvolti in prima persona tutti, perché le cose migliorino e si possano trovare, con le intelligenze di tutti, soluzioni concrete per i giovani, le donne e gli over 40-50 senza lavoro.”
Lo strumento filmico si presta in maniera idonea a fungere da supporto comunicativo e narrativo durante gli incontri che svolgo per parlare e sensibilizzare sul tema della Mediazione Familiare , ossia nei casi di conflittualità coniugale in presenza di figli minori .
In particolare, con questa proposta di filmografia si coglie un sottile “fil rouge” attraverso una scelta e una trattazione mirata che consente di comprendere meglio l’evoluzione del fenomeno sociale della separazione e del divorzio, grazie alla selezione di alcune pellicole della cinematografia prevalentemente italiana ed europea (dalla seconda metà del XX° secolo ad oggi). con un particolare omaggio alla filmografia americana col film-cult “Kramer contro Kramer” .
Lo “sguardo” e la “lettura” sono filtrati dal contributo culturale della “mediazione familiare” , attraverso il racconto dei vissuti e dei sentimenti dei diversi “attori/soggetti” coinvolti dal fenomeno separativo in corso (genitori/ex coniugi, figli minori e nuove famiglie).
Con questo percorso, attraverso la visione delle “schede” di alcuni film presentati (come l’ultima sezione dedicata ai bambini su “i diritti dei bambini ”) si è cercato un po’ di smentire alcuni luoghi comuni , attraverso il particolare “ sguardo dei bambini” , cercando di aprire a nuove prospettive di riflessione che siano al passo con i tempi.
La metodologia utilizzata
Pensando a questo lavoro la metodologia utilizzata non è quella di una qualche “filmterapia” nel senso che si intende comunemente ossia di fornire un percorso psicologico di cura attraverso la visione di alcuni film o anche solo degli spezzoni così come indicato da uno specialista .
Il lavoro qui esposto è il frutto di una giusta coniugazione tra la personale passione per il cinema impegnato e di carattere sociale e una formazione interdisciplinare sociologica orientata all’utilizzo di più linguaggi comunicazionali umanistici come quelli cinematografico e letterario , in quanto considerati tra i più idonei per coinvolgere le persone su temi di competenza specifica come gli interventi di sensibilizzazione sociale e di pacificazione dei conflitti nelle relazioni umane .
Ecco che , ad esempio , un ulteriore criterio adottato nella ricerca e per la stesura del lavoro consiste proprio nell’aver evidenziato almeno tre tappe/contenitori nell’evoluzione del fenomeno separativo, all’interno delle quali inserire opportunamente le pellicole attinenti , come segue:
1. la crisi e l’abbandono
2. il conflitto e l’incomunicabilità
3. le nuove famiglie e i diritti dei bambini (apertura e nuove prospettive)
A CHI si rivolge questa proposta di filmografia?
Intanto si tratta di una proposta filmografica che ha voluto presentare varie sfaccettature circa il tema portante dei “giorni perduti” e sulle crisi familiari e che non vuole esaurire la ricerca su quanto si può vedere oggi, ma che certamente funge da introduzione ad un’analisi più personale e ampia.
A questa filmografia poi si può riconoscere il merito di essere un supporto utile e duttile , attraverso le diverse “schede” filmiche , sia nei casi di “ formazione” con gli operatori psico-sociali , gli educatori e tutti coloro che a vario titolo si trovano a lavorare quotidianamente nell’ ambito dei conflitti familiari , sia per i genitori stessi che in maniera soggettiva attraverso questo percorso multi-tematico possono attingere alle varie suggestioni filmiche e cercare di elaborare meglio le proprie difficoltà a seconda del momento che stanno vivendo.
Inoltre questa filmografia è ricca di spunti di riflessione e di supporto per chi decida che forse, in certi casi , non si può sempre far tutto da soli e che bisogna farsi aiutare per poter ritornare a recuperare un proprio equilibrio esistenziale per se stessi e per gli altri .
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