Dal mio blog Lavoratori Acrobati segnalo alcuni libri interessanti per il cuore e la mente:
https://stefaniacavallo.wordpress.com/2019/08/21/libri-per-il-cuore-e-la-mente/
GRUPPI AMA E FORMAZIONE DEI FACILITATORI
Dr.ssa Stefania Cavallo
Esperta in comunicazione e formazione
Mediatrice familiare e sociale
392/1316509
“Viviamo in un’epoca spassionata dove ognuno affronta da solo le proprie emozioni, convinto che nessuno voglia conoscerle e condividerle. Ma appena si apre uno spazio di parola e di ascolto ecco che le persone vi entrano e, prendendo coraggio, raccontano di sé e si dispongono ad accogliere e aiutare gli altri”
Sivia Vegetti Vinzi , La stanza del dialogo. Riflessioni sul ciclo della vita
PREMESSA
È da molto che mi sto interrogando sulla necessità di implementare o creare “sportelli” ad hoc per tutte quelle situazioni relative a chi perde il lavoro e cercare di diffondere una maggiore sensibilità e cultura su questi aspetti nelle nostre comunità.
Ritengo importante che chi perda il lavoro passi dalla sua condizione ad una nuova con una maggiore consapevolezza delle sue risorse interiori e non si percepisca come vittima impotente ma cerchi attraverso questo evento, seppur drammatico, un'occasione per lottare e unirsi a realtà di mutuo-aiuto, come quelle spontanee che si trovano spesso nei presidi di lotta pacifica in cui “si resiste” per riprendersi il proprio lavoro e la propria dignità, non si isoli o si vergogni pensando che sta vivendo, solo lei o lui, questa condizione ma reagisca perché insieme si possono trovare delle soluzioni e insieme possiamo cambiare questo stato di cose ormai “datato” e intollerabile sul piano umano, civile e sociale, oltre che economico.
In che modo allora possiamo cogliere il positivo di questa crisi? Come possiamo fare un passo avanti senza dover tornare indietro e rinnegare i progressi fatti?
Il dibattito è molto diffuso e anche controverso, certo si comincia sempre di più a parlare anche di Etica e di come bisognerebbe tornare a modificare il nostro modo di approcciare l’esistente in tutti i suoi aspetti. Forse tutto questo sta accadendo per farci capire a livello globale che l’attaccamento materialistico e l’arricchimento di pochi a scapito dei molti siano valori e orientamenti morali che hanno fatto il loro tempo?
È mia intenzione fornire approfondimenti su come si possa creare uno “spazio di ascolto” per chi ha perso il lavoro e soprattutto ipotizzare la formazione di un “gruppo di auto-mutuo-aiuto” legato alle tematiche del lavoro.
Questo percorso formativo nasce dall’esigenza di estendere la conoscenza di queste realtà, affinché si possa approfondire che cos’è un gruppo di auto-mutuo-aiuto e del perché di questi gruppi con problematiche diverse, delle modalità di conduzione di un gruppo così composto e decidere su come procedere in merito.
Il supporto morale e umano in queste circostanze è fondamentale per non soccombere e poter scongiurare spesso il peggio.
“Incontrare altre persone nella stessa condizione significa porsi in ascolto della propria e altrui storia, superare il senso di vuoto e isolamento, confrontarsi con altre esperienze e scambiarsi informazioni a tutto vantaggio del proprio benessere e di chi ci è più vicino”.
Da diversi anni sono operativa con attività di “ascolto” sul nostro territorio, a partire da quelle più legate agli aspetti di conflittualità all’interno delle coppie , delle famiglie e della società , sino a quelle più recenti legate alle tematiche del lavoro, di cui ho anche potuto scrivere il mio secondo libro Lavoratori Acrobati.
Sento spesso le pubbliche amministrazioni “lamentarsi” che non possono fornire adeguati servizi per il sociale e che hanno sempre meno risorse e devo dire che questo un po’ mi indigna e non mi convince troppo, perché ad esempio per aprire uno spazio di ascolto su tematiche legate a chi ha perso il lavoro e quindi uno spazio che “aiuti” moralmente a traghettare le persone a situazioni più sostenibili sul piano personale e umano, non occorrono molte risorse finanziarie in quanto lo si può realizzare a costi minimi, basta avvalersi i di uno spazio fisico e di persone che per competenza e vissuto gestiscano questo spazio magari in una situazione di rete tra più comuni, a costi ridottissimi, quasi a “costi zero”.
Ritengo che, almeno in una fase di avvio del progetto, in questi spazi ci debbano essere persone formate alla relazione d’aiuto e che comunque non siano semplici volontari.
Una volta avviato lo spazio, si può organizzare l’attività di gruppi di auto-mutuo-aiuto secondo le esigenze che verranno esplicitate e raccolte, in maniera sistematica, da chi ha perso il lavoro e anche questo tipo di progetto può essere concepito e realizzato con un respiro un po’ più sistemico territoriale e in rete anche con tutte le altre realtà che poi concretamente, in fasi successive, possono avviare un percorso di reinserimento lavorativo adeguato e quant’altro.
Mi piacerebbe molto che i Comuni investissero più tempo a mettere veramente, coi fatti, al primo posto della loro agenda l’emergenza del lavoro e le possibili azioni e servizi da attivare in maniera virtuosa e in collegamento a cascata con le aree del sociale, delle politiche per le famiglie, per le donne e per i giovani; coerentemente i Comuni dovrebbero presentare al Governo proposte e progetti a favore del “lavoro”, in maniera che vengano riconosciute e premiate con risorse le amministrazioni più attive in merito; credo che queste modalità darebbero maggiori stimoli e trasformerebbero molti “burocrati” della pubblica amministrazione in fulcri dinamici e creativi a favore della collettività e, in maniera preventiva, soprattutto del benessere sociale in senso più ampio.
Di seguito , la proposta per la formazione dei facilitatori per gruppi AMA per precari e disoccupati e l’avvio del gruppo :
FORMAZIONE FACILITATORI /CONDUTTORI /ANIMATORI
AMA PRECARI E DISOCCUPATI
I° MODULO : 1 GIORNATA O DUE MEZZE GIORNATE
DALL’ASSISTENZIALISMO AL MUTUO-AIUTO
- SCENARI E PERDITA DEL LAVORO OGGI
- UN NUOVO APPROCCIO SOCIALE : DALL’ASSISTENZIALISMO AL MUTUO AIUTO
- I GRUPPI D’INCONTRO
- LA REALTA’ DEI GRUPPI AUTO-MUTUO-AIUTO PER PRECARI E DISOCCUPATI
- GLI STRUMENTI AMA
- COMUNICAZIONE EFFICACE E ASCOLTO ATTIVO
Esercitazioni e role- play che ricreino la situazione tipica della relazione d’aiuto con verifica delle capacità relazionali e di ascolto del facilitatore
II° MODULO : 1 GIORNATA O DUE MEZZE GIORNATE
IL RUOLO DEL FACILITATORE
- IL RUOLO E LE COMPETENZE DEL FACILITATORE
- SAPER MEDIARE E PROBLEM SOLVING
- AVVIO E CONDUZIONE DI UN GRUPPO AMA
- PRESENTARSI , PRESENTARE IL PROGETTO AMA E IL GIRO DI TAVOLO
- GESTIONE DEL TEMPO E STRUTTURA DEGLI INCONTRI
- GRUPPO AMA COME RISORSA PER SE’ E PER IL TERRITORIO
- CONCLUSIONI
Esercitazioni e role- play che ricreino la situazione tipica della gestione di un gruppo AMA per disoccupati
III° MODULO : 1 MEZZA GIORNATA
Laboratorio: Dalla Teoria alla Pratica
Incontro informativo –formativo di avvio gruppo AMA
- SCENARI E PERDITA DEL LAVORO OGGI
- UN NUOVO APPROCCIO SOCIALE : DALL’ASSISTENZIALISMO AL MUTUO AIUTO
- LA REALTA’ DEI GRUPPI AUTO-MUTUO-AIUTO PER PRECARI E DISOCCUPATI
- GLI STRUMENTI AMA
- IL RUOLO E LE COMPETENZE DEL FACILITATORE/CONDUTTORE/ANIMATORE
- GRUPPO AMA COME RISORSA PER SE’ E PER IL TERRITORIO
- QUALI ASPETTATIVE SI ALIMENTANO IN UN GRUPPO AMA PER PRECARI E DISOCCUPATI
- RILANCIO AL GRUPPO : Verifica delle aspettative espresse dai partecipanti in relazione alle finalità del gruppo AMA
- CONCLUSIONI
FINALITA’
Tra i benefici del gruppo AMA ricordo:
- formazione di un clima di fiducia e rispetto
- possibilità’ per i partecipanti di esprimere le proprie emozioni
- riduzione delle tensioni
- incoraggiamento allo scambio di informazioni
- creazione di un ambiente sicuro, favorevole alla soluzione collaborativa dei problemi
Materiale didattico
Ai partecipanti sarà distribuito l’opuscolo “AUTO-MUTUO-AIUTO per precari e disoccupati. Istruzioni per l’uso” , a modi dispensa, per il percorso formativo da intraprendere ; fotocopie di letture e di esercitazioni ad hoc per ciascun modulo , infine anche una bibliografia finale ampliata dalle varie riflessioni e dai vari contributi condivisi con i partecipanti .
Supporti e Metodologia didattica
E’ necessario mettere a disposizione un video-proiettore, collegabile ad un personale pc , in particolare come metodologia didattica alternativa , in alcuni momenti , al fine di proiettare spezzoni di film che possano essere utili a far lavorare i partecipanti su percorsi più emozionali di consapevolezza e attivare riflessioni e risorse personali assopite .
Per poter affrontare le relazioni all’interno di una società particolarmente complessa come quella odierna assume un'importanza particolare legittimare il conflitto come un'area di esperienza specifica dove possiamo attivare nuovi apprendimenti , attraverso un approccio definito maieutico e possiamo utilizzare le situazioni conflittuali per generare cambiamenti sostenibili, per creare opportunità sia in ambito intrapersonale sia nel rapporto con gli altri.
Il metodo maieutico della mediazione utilizzato , il cui strumento tipico è il gruppo maieutico di apprendimento, nasce quindi dall'ipotesi del conflitto come struttura di apprendimento che dà alle persone l’occasione di viverlo come una possibilità di crescita .
L’apprendimento è efficace quando c’è una capacità di sviluppo personale, quando il soggetto mette in moto da sé un processo interno di sintonizzazione con le proprie risorse.
Ci vuole tempo, pazienza, disponibilità per capirne l’efficacia: siamo di fronte a un processo antico, ma anche nuovo dal punto di vista operativo.
Questo approccio supportato da role –play ed esercitazioni mirate è in grado di creare percorsi di sostenibilità personale innovativi e molto coinvolgenti, dove per Sostenibilità si intende attivare un processo per cui la persona riconosca che ha delle risorse che possono essere utilizzate e che possono diventare una fonte soggettiva di arricchimento.
E’ prevista , al termine dell’intero percorso, la consegna a ciascun partecipante di un attestato ad uso personale e da inserire nel proprio CV .
Costi Previsti
Il costo complessivo previsto è relativo all’attività di formazione delle 2 giornate + 1 mezza giornata , sopra esposte, da definire meglio in fase di incontro per la progettazione dell'intervento.
Sono da considerarsi a carico dell’ente organizzatore eventuali costi aggiuntivi previsti relativi a spostamenti logistici , pernottamenti in strutture alberghiere ecc. al di fuori di Milano e della Lombardia; altresì eventuali costi relativi alle fotocopie del materiale formativo e informativo prodotto e inerente al percorso sopra esposto , tra cui l’opuscolo “AUTO-MUTUO-AIUTO per precari e disoccupati. Istruzioni per l’uso” , che sarà consegnato ai partecipanti .
Conclusioni
Ognuno mette in atto atteggiamenti diversi rispetto alla propria parte più intima, qualcuno si sente continuamente minacciato e bada esclusivamente a coprirsi in atteggiamenti di difesa; qualcun
altro si preoccupa poco di sé e cerca di prevaricare ; alcuni trovano più vantaggioso imitare il comportamento degli altri. Pochi sanno difendere la propria interiorità.
In una relazione, ciò che si lascia all’altro è qualcosa di intangibile .
Eric Fromm ha detto: “Il più profondo bisogno dell’uomo è superare la separatezza. Lascia la prigione della tua solitudine! L’incapacità di realizzare questo scopo comporta la pazzia
“.
Senza inter-dipendenza non esiste sopravvivenza!
In una relazione si può essere vulnerabili, ma è bene chiedersi : “E’ più vantaggioso valorizzare se stessi attraverso la sopraffazione
dell’altro, oppure attraverso l’arricchimento dello scambio e la conseguente affermazione del valore di tutti ?” ……questa è la nuova sfida che il progetto
AMA vuole raccogliere .
Distinti saluti
Dr.ssa Stefania Cavallo
BREVE BIBLIOGRAFIA CONSIGLIATA
Comunicazione efficace ; Ascolto Attivo Empatico ; Conflitto
Presentazione di Stefania Cavallo
Milanese , classe '61 , sociologa della famiglia , mediatrice sociale e familiare; un po’ saggista e blogger sociale per passione. Si potrebbe dire di lei: "ricercatrice spirituale e libera pensatrice".
Oggi è consulente e formatrice con percorsi legati alla qualità della comunicazione e delle relazioni ; esperta di gestione dei conflitti e di mediazione umanistica ; mediatrice familiare . Organizza e conduce incontri realizzati per genitori , educatori ed insegnanti sul tema “ Famiglie di oggi. Nuove Famiglie e Diritti dei Bambini” . Ama scrivere articoli su tematiche di carattere sociale e culturale .
Opera privatamente presso uno suo spazio, in provincia di Milano , che ha nominato “Spazio di mediazione familiare e di ascolto”, ossia uno “ sportello” al quale le persone possono rivolgersi previo appuntamento telefonico .
E’ uno spazio anche di “ascolto” , dove si cerca di capire il bisogno della persona e lo si orienta adeguatamente , offrendo condivisione e sostegno in diverse situazioni problematiche.
Referente dei gruppi AMA per disoccupati e precari (vd. all.to . in fondo di progetti già attivati in tutta Italia)
Il blog “Lavoratori Acrobati “ in tema di disoccupazione e “lavoro che non c’è” : www.stefaniacavallo.wordpress.com
I libri pubblicati :
“ I giorni perduti. La mediazione familiare attraverso una proposta di Filmografia su separazione e divorzio” , Collana Orientamenti , Ed. La Sapienza di Roma , 2011 ;
“Lavoratori Acrobati. Pensieri, immagini e racconti di crisi” , Collana Orientamenti , Ed. La Sapienza di Roma , 2012.
“Istruzioni per l’uso anti-crisi e Mutuo Aiuto” , Collana Orientamenti , Ed. La Sapienza di Roma , luglio 2013
“Il baritono Mino Cavallo. Memorie e radici della lirica “, Collana Orientamenti , Ed. La Sapienza di Roma , luglio 2014
Su terzo testo relativo all’AMA , così si è espresso un noto esperto neuropsichiatra e docente dell’Università Roma 3 , Prof. Matteo Villanova :
“… trovo questo lavoro molto interessante, utile ed attuale, in grado di prevenire situazioni di rischio sociale (dalla dispersione lavorativa all'autolesionismo reattivo e compensatorio anche su base imitativa...) e, affiancandole precocemente e stimolando la consapevolezza e l'utilizzo di risorse individuali ed anche politiche che assumono poi identità e valore proprio in una ricollocazione del sistema dei contenuti e della forma di interazione non solo nel mondo del lavoro ma degli equilibri di uno Stato. Da non dimenticare quegli aspetti che hanno ricadute sia sulla specifica Prevenzione primaria delle situazioni di autoaggressione, ingravescenti e spesso inaspettate, a tutti i livelli e tipologie lavorative, sia sull'impatto famigliare e sull’età evolutiva. Aspetti fondamentali nei miei studi in tema di Pedagogia medica come la riduzione del rischio psico-sociale e la riduzione dell'impatto destrutturante sulla famiglia e lo sviluppo affettivo in infanzia ed adolescenza”.
Prof. Matteo Villanova
direttore della Collana “Orientamenti”
per Intervento intrafamigliare educativo-criminologico e
Responsabilità professionale verso infanzia e adolescenza e
presidente dell’OLTREEE
- Osservatorio Laboratorio Tutela Rispetto Emozionale Età Evolutiva,
Università Roma Tre.
RICHIESTE E PROGETTI DI AVVIO AMA
FORMAZIONE FACILITATORI AMA
PER “SENZA LAVORO” CASSINTEGRATI - PRECARI
Progetti attivati
Qui di seguito elenco le realtà italiane che nei vari settori hanno trovato nel modello da me proposto di AMA PER “SENZA LAVORO” CASSINTEGRATI – PRECARI un esempio di ”buona pratica” da adottare :
Agenzia del Lavoro Potenza Servizio di Orientamento
Asl di Alessandria Dirigenza Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche
Associazione AMA di Pinerolo Presidenza
Associazione culturale Cassina De Pecchi MI
Associazione culturale Milano MI
Asl Roma Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche
Comune di Inzago MI Assessorato Servizi Sociali
Comune di Garbagnate MI Servizi Sociali
Comune di Milano Dirigenza Politiche del Lavoro
Giovani Confindustria Latina Presidenza
Regione Sardegna Servizi per il Lavoro
Operatori privati , psichiatri, psicoterapeuti e consulenti nei vari Servizi alla Persona e di Salute mentale
Di seguito ripropongo alcuni punti fondamentali del mio approccio sul tema e che saranno i punti strategici di un Progetto per il SOCIALE :
In queste realtà è importante che ci sia uno scambio di esperienze e di ricchezze umane in tal senso.
4. Queste esperienze di “mutuo soccorso” che si realizzano grazie al singolo contributo o attraverso gruppi di persone , possono fare il salto verso le Istituzioni e diventare più operative , acquistare così un’efficacia maggiore e capillare , iniziando a pensare che dei “percorsi culturali” sono possibili in questo ambito e che bisogna investire nella possibilità di un cambiamento culturale della società, con uno sguardo al concetto di servizi sociali e di aiuto alle persone che superi il tradizionale assistenzialismo per orientarsi invece verso un concetto di “cooperazione” tra chi aiuta e chi è aiutato , in maniera di gestire insieme un rapporto di fiducia reciproco e di ricostruzione di questo paese , quello che si può definire anche “ patto tra le generazioni”.
MATERIALI RELATIVI A CONFERENZE , EVENTI E PRESENTAZIONI DEI MIEI LIBRI E NON SOLO :
“ LA MEDIAZIONE FAMILIARE UN PERCORSO POSSIBILE? “
“LA NUOVA CONCEZIONE DELLA FAMIGLIA ,
CONFLITTUALITA’ CONIUGALE E GESTIONE DELLE EMOZIONI “
PREMESSA
Questo progetto rientra nell’ambito di quegli interventi che intendono interrogarsi e riflettere sulle nuove rappresentazioni sociali della famiglia e sulle teorie scientifiche che unitamente guidano la lettura dei bisogni delle famiglie e le strategie di intervento attuate nei servizi rivolti alle famiglie.
Attualmente le famiglie mostrano “diversi volti” e sfaccettature ecco che da questa prospettiva discende una notevole complessità dell’intervento rivolto all’oggetto famiglia e una preparazione degli operatori sempre più aggiornata.
In particolare, nei casi in cui si affronta l’ evento separativo che spesso sfocia in situazioni di litigio, aggressioni verbali e non , in “conflitto” che in qualche modo esorcizza uno stato individuale di mal-essere e di sofferenza ; ecco che ci troviamo in una dinamica di coppia incapace di gestire emotivamente la crisi e il cambiamento e spesso le vittime di tali comportamenti aggressivi sono proprio i bambini i quali rischiano di rimanere segnati psicologicamente in maniera negativa .
Inoltre il filone dell’ “umanizzazione delle relazioni” oggi incontra gravi ostacoli, in un mondo in cui lo schema binario e la tendenza all’eliminazione o all’assoggettamento dell’avversario è dominante nella gestione dei conflitti. L’importanza del “ terzo”, come nella mediazione familiare, può contribuire a trasformare il conflitto da competitivo-distruttivo a collaborativo-efficace; il “terzo” facilita la comunicazione tra le parti , dirige il processo e di questo è responsabile, non lo è dei contenuti, che sono definiti e gestiti dagli ex-coniugi.
“C’è un dato inquietante : tanti, troppi bambini appaiono confusi, in crisi d’identità: Non hanno una base sicura. L’appartenenza a più sistemi relazionali è un fatto, ma per un bambino è importante poter distinguere tra le diverse appartenenze , poter bisogna sapersi prendere cura innanzitutto di sè , delle emozioni contrastanti che rispondere alla domanda “Per chi sono io?” …anche in una situazione di separazione ogni processo di transizione comporta . Sapere educare ed educarsi alle transizioni (Iori, 2006) è un compito che va affidato ai genitori , senza esautorarli, ma senza peraltro lasciarli soli.
Le persone che per motivi professionali affiancano la famiglia nella separazione hanno una grande responsabilità in questo senso” (Formenti, 2006).
Sul tema centrale del conflitto e dell’incomunicabilità nella coppia, diverse pellicole moderne hanno ben espresso questi passaggi fondamentali sul destino/ “fine” di una separazione coniugale e in particolare gli effetti di una separazione mal-gestita tra genitori con ricadute molto negative sull’’affettività dei propri figli in particolare nel trasmettere loro un senso di famiglia.
PERCORSO DIDATTICO-FORMATIVO E METODOLOGIA UTILIZZATA
In particolare si è cercato di cogliere due aspetti entrambi presenti nell’evento separativo in quanto spesso costituiscono dei pregiudizi ricorrenti da parte degli adulti, il primo è che lo “sguardo” dei bambini (ancora spesso sottovalutato) non sia attento al comportamento degli adulti mentre spesso sappiamo che i genitori tendono a scaricarsi dalle responsabilità sul loro operato verso i figli dicendo “Tanto sono piccoli non capiscono…” oppure, quando sono adolescenti “Sono troppo concentrati su di loro per guardare noi che litighiamo….etc.”; il secondo aspetto è costituito dal considerare la famiglia (spesso idealmente sopravvalutata) esclusivamente come luogo privilegiato in cui gli individui si formano e si realizzano e non come luogo in cui si formano tensioni e conflitti oltre a disagi, abusi e maltrattamenti proprio sui minori (si veda, dal sito della Camera dei minori, la proposta interessante dal titolo “Il cinema e l’abuso sui minori: quando la violenza è di casa ‘anche nelle migliori famiglie’ ” di Fabrizio Colamartino.)
Con questo percorso, attraverso la visione di audiovisivi e spezzoni di film ad hoc
(ad es. la sezione dedicata ai bambini su “i diritti dei bambini ”,) si cercherà un po’ di smentire questi luoghi comuni cercando di aprire a nuove prospettive di riflessione che siano al passo con i tempi.
A tale proposito un ulteriore criterio adottato nella ricerca e per la struttura del lavoro proposto consiste nell’evidenziare almeno tre tappe/contenitori nell’evoluzione del fenomeno separativo all’interno delle quali inserire e utilizzare in maniera mirata ed opportuna le pellicole attinenti, come segue:
(ipotesi III° incontro formativo)
Si tratta di una proposta tematica varia che non esaurisce la ricerca su quanto si può vedere oggi, ma che certamente funge da introduzione ad un’analisi (anche personale) più ampia.
A ciascuno incontro, si formeranno gruppi di studio tra i partecipanti e con diverse metodiche interattive (lavori in gruppi e sottogruppi; simulazioni e role playng; discussioni di casi; etc.) si cercherà di accompagnare e facilitare l’ascolto, l’accoglienza di vissuti, delle esperienze, delle storie quotidiane in cui, oltre alle fragilità, le fatiche, il senso di disorientamento, possono emergere ed essere riconosciute ed attivate le risorse preziose, che ogni soggetto/attore interessato da questo percorso, porta con sé.
A tale riguardo, attraverso il racconto dei vissuti e dei sentimenti dei diversi “attori/soggetti” coinvolti (genitori/ex coniugi, figli minori e nuove famiglie) dal fenomeno separativo in corso, saranno analizzate , raccontate e scandagliate le pellicole suddivise secondo i criteri precedentemente accennati ed in particolare attraverso la particolare lente di ingrandimento di una “cultura della separazione” .
Attraverso il lavoro di questi anni si è venuta così a creare una vasta rete di collaborazione tra persone, mediatori familiari e non, che che intendono contribuire alla diffusione di una cultura della separazione e più in generale delle soluzioni alternative dei conflitti (A.D.R. Alternative Dispute Resolution) “
Al termine di questo percorso si può cogliere un significativo contributo su alcune storie di famiglie separate mediate dal mezzo cinematografico, attraverso l’intreccio continuo con le lezioni della mediazione familiare, la focalizzazione sul mondo dell’infanzia e su alcuni particolari passaggi in cui le tematiche della conflittualità familiare e dell’abbandono , inteso come sentimento universale vissuto e visto sia dagli adulti che dai bambini, rappresentano il filo conduttore dove si può cogliere che crescere, amare ed educare i propri figli richieda uno “sguardo” attento, quotidiano e consapevole dei genitori , affinché i desideri, le attese e le parole degli stessi possano costituire così le radici dei propri bambini.
E ,a proposito di “radici”, vorrei chiudere con un passaggio tratto dal libro di . R. Parsi (psicoterapeuta e Presidente del Movimento bambino), Onora il figlio e la figlia, che riassume, a mio avviso , il grande impegno e valore dell’ “essere genitori oggi”:
“ La radice della vita è l’amore.
Per onorare i figli, sarà fondamentale far germogliare questa consapevolezza: la maternità e la paternità non sono soltanto eventi biologici, ma un’esperienza dell’anima e un’importante possibilità d’amore, di crescita , di generosità. Madre e padre sono, infatti persone che si prendono cura della crescita di un bambino e lo amano, lo rispettano, lo tutelano, sono per lui un punto di riferimento affettivo, una guida amorosa, trovano le giuste alleanze e si preparano con la dovuta competenza ad assolvere a questo compito che è insieme un compito d’amore e di formazione”.
Da questo punto di vista la mediazione familiare attraverso il suo supporto offre ai genitori , che si stanno separando, uno spazio di pausa, un tempo per sé, per fermarsi a riflettere sull’essere padre e madre, sul proprio stile educativo e sulle scelte da affrontare insieme per sé e per i figli .
DESTINATARI
Questo tipo di intervento si rivolge trasversalmente agli operatori dell’educazione, agli operatori psicosociali, dell’informazione, ai professionisti della mediazione familiare, ai genitori e a tutti coloro che , a diverso titolo, si trovano coinvolti nel campo degli interventi di sostegno alle famiglie, della separazione dei genitori e delle relazioni di coppia e , non da ultimo, nel campo dell’affidamento condiviso.
Dr.ssa Stefania Cavallo
RICHIESTE E PROGETTI DI AVVIO AMA
FORMAZIONE FACILITATORI AMA
PER “SENZA LAVORO” CASSINTEGRATI - PRECARI
2013-2014-2015-2016
Qui di seguito elenco le realtà italiane che nei vari settori hanno trovato nel modello da me proposto di AMA PER “SENZA LAVORO” CASSINTEGRATI – PRECARI un esempio di ”buona pratica” da adottare :
Agenzia del Lavoro Potenza Servizio di Orientamento
Asl di Alessandria Dirigenza Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche
Associazione AMA di Pinerolo Presidenza
Associazione culturale Cassina De Pecchi MI
Associazione culturale Milano MI
Asl Roma Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche
Comune di Inzago MI Assessorato Servizi Sociali
Comune di Garbagnate MI Servizi Sociali
Comune di Milano Dirigenza Politiche del Lavoro
MCL Voghera
Giovani Confindustria Latina Presidenza
Regione Sardegna Servizi per il Lavoro
Operatori privati , psichiatri, psicoterapeuti e consulenti nei vari Servizi alla Persona e di Salute mentale
Di seguito ripropongo alcuni punti fondamentali del mio approccio sul tema e che saranno i punti strategici del Progetto AMA per disoccupati e precari :
In queste realtà è importante che ci sia uno scambio di esperienze e di ricchezze umane in tal senso.
4. Queste esperienze di “mutuo soccorso” che si realizzano grazie al singolo contributo o attraverso gruppi di persone , possono fare il salto verso le Istituzioni e diventare più operative , acquistare così un’efficacia maggiore e capillare , iniziando a pensare che dei “percorsi culturali” sono possibili in questo ambito e che bisogna investire nella possibilità di un cambiamento culturale della società, con uno sguardo al concetto di servizi sociali e di aiuto alle persone che superi il tradizionale assistenzialismo per orientarsi invece verso un concetto di “cooperazione” tra chi aiuta e chi è aiutato , in maniera di gestire insieme un rapporto di fiducia reciproco e di ricostruzione di questo paese , quello che si può definire anche “ patto tra le generazioni”.
“Ho la sensazione che nessuno cominci veramente una guerra,
le guerre si continuano.
La pace quella è una cosa che si deve cominciare”
David Grossman
FESTIVAL DEI POPOLI 2013
SOTTO LO STESSO CIELO: STORIE DI DONNE , UOMINI, POPOLI E TERRE
NOVARA 18 SETTEMBRE 2013
RITRATTI DI DONNE DA “DONNE CHE ( R ) ESISTONO NELLA CRISI –LAVORO, VITA,POESIA E METAFORE AL FEMMINILE “
1. L’IMPORTANZA DELLE PAROLE , DELLA POESIA E DELLE EMOZIONI
2. NON VOGLIO CHE MI RIMPICCIOLISCANO I MIEI DESIDERI
3. LA TRIADE LAVORO-POESIA-VITA
4. IL READING SULLE DONNE : LE PRECARIE – LE TESSITRICI DI PACE - MALALA
Apertura : fiche filmica , pochi minuti , dell’ “episodio del pipistrello “ , tratto dal film di Benigni “La tigre e la neve” sull’importanza della Poesia e delle sue metafore esistenziali e l’importanza delle emozioni , tutt’altro che banale, e del fermarsi ogni tanto per stupirsi e meravigliarsi come fanno i bambini , perché questo vuol dire fare in modo che anche la nostra vita diventi poesia e in maniera leggera si possa creare quella giusta distanza dalle angosce e dalle sofferenze quotidiane.
(http://www.youtube.com/watch?v=y5O_nvmfPyw)
LA TIGRE E LA NEVE
Roberto Benigni perde un sacco di tempo a cercare parole e invita i giovani a essere poeti essi stessi. Ce lo racconta nel suo film La tigre e la neve. E per riuscirci ci si deve innamorare e patire. Perché per raccontare la felicità bisogna essere felici e per raccontare la tristezza bisogna essere felici.
In quel film c’è una scena meravigliosa.
Dopo aver cacciato un pipistrello ,con dei versi poetici, le sue figlie gli chiedono come si fa a diventare poeti.
Lui gli racconta in un modo dolce e pieno di meraviglia di come un piccolo uccellino si fosse posato quando era bambino sulla sua spalla. Era stato lì per un ora e fingendo di essere un albero. Appena l’uccellino volò via andò di corsa dalla mamma per raccontargli cosa gli era successo. E la mamma cinica “..e io chissà cosa mi credevo mai…” “ma era cattiva la nonna?” “no, la colpa era mia. non ero riuscito a trovare le parole giuste per raccontare la mia emozione. Mi dissi ci sarà nel mondo uno che di mestiere trova le parole giuste, che le sa mettere in maniera tale che quando batte il cuore a lui lo fa battere anche a quell’altro. Quel giorno ho deciso di diventare poeta”
http://www.youtube.com/watch?v=y5O_nvmfPyw
PREMESSA
Lo “stefania cavallo- pensiero”
Buongiorno ,
ho sempre creduto e credo fortemente nei percorsi culturali a supporto del sociale e del mio modesto lavoro di mediatrice e pacificatrice delle relazioni umane .
Ho cercato di esprimere questo filo conduttore del mio pensiero con la frase seguente inserita sin dalla prima di copertina del mio nuovo libro “ISTRUZIONI PER L’USO ANTI-CRISI E MUTUO AIUTO” :
Non voglio che mi rimpiccioliscano i miei desideri
...perché spesso ai tempi della crisi questo accade, accade che
il mondo venga rimpicciolito!
Cosa voglio dire ? Qui vi è racchiuso in pratica tutto lo “stefania cavallo- pensiero” attuale in cui c’è il disagio e tutta la consapevolezza di chi si vede “deprivato” di molto di ciò che aveva sino a qualche tempo fa , il lavoro , le abitudini , gli affetti , la spensieratezza , la progettualità ,il futuro , ma in contemporanea sa che nessuno può togliere la capacità di “guardare oltre” di gettare la mente e il cuore oltre gli ostacoli , sa che in questi casi o si soccombe o si cerca di superare l’empasse per cercare delle soluzioni possibili ; ecco è con questa frase un po’ manifesto evocativa di questo atteggiamento non soccombente , “resistente” e attivo che desidero iniziare questo incontro oggi , con l’augurio di potervi contagiare tutti col mio inguaribile positivismo .
LAVORO-POESIA-VITA
In questi anni ho cercato di dare concretezza ad una prima realtà di progetto che prevede la costituzione di spazi di confronto e dialogo per sostenere e supportare psicologicamente le persone disoccupate, inoccupate o in cassa integrazione .
Il mio approccio su queste tematiche è del tutto originale in quanto coniuga aspetti più di tipo formativo , percorsi che nascono dall’esigenza di estendere la conoscenza di queste realtà, affinché si possa approfondire che cos’è un gruppo di auto-mutuo-aiuto e del perché di questi gruppi con problematiche diverse, delle modalità di conduzione di un gruppo così composto, con aspetti più di tipo “narrativo ed espressivo” e attività che tentano di attivare quelle risorse , spesso sconosciute, che aiutano le persone a “raccontarsi” nei vari modi a loro più consoni o attraverso la scrittura o attraverso la drammatizzazione del particolare momento esistenziale che stanno vivendo .
In questi anni ho lavorato duro per proporre in questo ambito un approccio piuttosto efficace e originale e mi auguro di poter magari collaborare in qualche progetto e portare tutta la mia esperienza e vissuto da studiosa e precaria su questi temi.
Ora propongo proprio una serie di brani e letture che intrecciano molto bene vari aspetti strettamente connessi alla dimensione dinamica del vivere mediata da strumenti creativi e altamente unificatori come la letteratura, il cinema e il teatro.
Convinta che anche attraverso questi media ci si possa “reinventare”, come molte donne cercano di fare riuscendo ad essere straordinariamente creative e irrisistibilmente simpatiche così come illustro di seguito nel mio Reading “Ritratti di donne. Lavoro,vita,poesia e metafore al femminile”.
LE PRECARIE
Donne che (r)esistono in tempo di crisi!
(dal mio libro Lavoratori acrobati)
Sono tante le storie che in questo periodo sto raccogliendo sul fronte della disoccupazione e della precarietà del lavoro e devo dire che la dimensione del “racconto femminile “ sul tema mi vede più presa, se non altro per appartenenza di genere e anche di vissuto emotivo.
Perché se ne parla molto e ormai tutte le statistiche ce lo confermano che l’attuale mercato del lavoro discrimina soprattutto le donne e se poi si perde il lavoro, come donna a 40 o 50 anni, la discriminante al femminile è ancora più forte.
Come racconta una protagonista intervistata e che dice che da disoccupata a 50 anni ci si trova come in un “limbo“, dopo aver inviato centinaia di curriculum ma nessuno ti vuole; così il più delle volte si esauriscono i propri risparmi, ci si indebita notevolmente e si arriva a farsi far la spesa dai propri cari perché non si ha più un soldo in tasca.
Un’altra, che racconta che ha 52 anni e ha perso il lavoro 3 anni fa e si è convinta che se non è riuscita a trovare un lavoro qualche anno fa figuriamoci se può trovarlo oggi! Questa signora sta vivendo aiutata dalla madre pensionata, che di recente si è anche ammalata, e cura un bimbo piccolo come “tata” sapendo bene che chiaramente si tratta di un lavoro molto precario e che durerà fino a che questo bimbo non crescerà.
Lei stessa poi, con grande preoccupazione, non nega di pensare con una certa ansia a quale sarebbe il suo destino nel momento in cui venisse a mancare la madre, ora molto ammalata.
Il paradosso drammatico al quale stiamo assistendo è anche quello che questa signora, come molte altre persone e signore, a questa età è praticamente già vecchia per il mercato del lavoro, ma anche troppo giovane per andare in pensione.
Così come molte professioniste, come le archeologhe italiane a progetto, che non sono riconosciute in albi professionali e praticamente sono “invisibili” sul mercato del lavoro e hanno dovuto organizzarsi anche loro con blog e sulla rete per rivendicare il fatto che “esistano” e che anche se riescono ad avere contratti temporanei o a progetto il loro lavoro è paragonabile ad un lavoro da “contratto dipendente” e a tutti gli effetti spesso a tempo indeterminato.
Quante lavoratrici “invisibili” come queste esistono e spesso non vengono neppure pagate regolarmente tutti i mesi, come dovrebbe accadere, eppure “resistono” e svolgono il proprio lavoro con dedizione e competenza ?
C’è soprattutto una dimensione di orgoglio e di dignità personale dietro a tutto questo che spesso fa andare avanti, nella speranza che qualcosa prima o poi possa cambiare, che prima o poi una qualche “giustizia umana” possa portare un po’ di equilibrio in questa Società in cui l’Etica e le Regole del lavoro sono completamente disattese e ignorate tutti i giorni.
Concordo con quanto dice Tito Boeri, nel suo ultimo libro “Le riforme a costo zero”, che occorre cambiare le regole di ingresso al mondo del lavoro per tutti, così come è fondamentale riformare gli ammortizzatori sociali e quindi ridare e riconoscere alle donne un maggior potere contrattuale a partire dalle mura domestiche col lavoro a casa e di cura con figli e anziani.
LE TESSITRICI DI PACE
“Le madri hanno il potere di mettere fine alla distruzione della vita. Le madri hanno il potere di costruire un ponte di riconciliazione con spirito gentile e generoso. Che ciascuna di noi tenda le braccia in Pace, una Pace che preservi la vita, una Pace che preservi la vita dei nostri figli. Agiamo insieme per portare la vita ai nostri figli, così da non doverli seppellire. Risvegliamoci perché da madri sappiamo che vi è un’altra via.
(Gila Katsav, moglie dell’ex presidente di Israele Moshe Katsav)” [1].
Collegato a queste emozionanti parole è il bel film Madri (2007) di Barbara Cupisti, attraverso il quale desidero condurvi e che vorrei proporvi, si tratta di un toccante documentario corale materno, con una delicata trama narrativa, in cui “chi genera la vita ha il potere di mettere fine a chi vuole distruggerla. Solo la forza di una madre, e il suo dolore, può credere che questa speranza si faccia realtà. Perché una mamma, di qualunque lingua e provenienza, vive con la paura per i suoi figli”.
Lo sostiene la Cupisti in questo suo documentario, che nasce vicino all’esperienza del Parent’s Circle, associazione creata dai genitori delle vittime del conflitto israeliano-palestinese al fine di stimolare azioni di pace tra le due parti.
Una storia delle cosiddette mediazioni “impossibili” tra le madri israeliane e le madri palestinesi, separate dalla guerra e dall’odio, unite nella stessa disperazione di aver visto ammazzare i propri figli e le proprie figlie.
Parlare di mediazione vuol dire fare riferimento al linguaggio della pacificazione e del rispetto tra esseri umani in tutti gli ambiti della vita, sia a livello macrosociale – quando si parla di conflitti tra popoli – sia a livello del piccolo gruppo, famiglia in primo luogo.
Il dolore è universale, parla la stessa lingua in tutte le nazioni del mondo.
La regista ha incontrato le madri di due popoli separati da un muro fisico e mentale ma resi fratelli dallo stesso dolore. E’ entrata nelle case che un tempo erano luoghi di vita e gioia in cui oggi rimbomba lo straziante vuoto di camerette cristallizzate in un ordine innaturale e di zaini che nessuno porterà più a scuola.
Ha cercato di lasciare spazio alle parole, non voleva interviste, voleva che le protagoniste raccontassero alla macchina da presa il loro sentimento e la loro disperazione, senza imbrigliarle in un cliché classico troppo riduttivo da sceneggiatura. Dice sempre la Cupisti che il progetto del film era di starle ad ascoltare.
C’è un’altra donna che ho conosciuto di persona qualche anno fa a Milano, anche lei grande “tessitrice di Pace” ed è Edna Angelica Calo Livne.
BERESHEET : Edna Angelica Calo Livne
Dice di sè stessa:
“Mi chiamo Angelica e anche Edna, sono nata a Roma e vivo nel kibbutz di Sasa, in Galilea, in Israele….”
Edna Angelica Calò Livné impiega dodici minuti per affascinare il primo gruppo di ragazzi, quattro in meno per farsi abbracciare dal secondo e parla ai tanti studenti in occasione del corso intitolato “Una cultura in tante culture”, dinanzi a decine di ragazzi seduti nell’aula milanese dell’ Istituto Professionale Marignoni-Polo, che si chiedevano chi fosse Angelica, perché mai dovessero essere lì ad ascoltare una sconosciuta al posto delle usuali ore di lezione.
Poco più della metà degli studenti sono ragazze, la maggioranza di origine straniera, i loro occhi ormai fissi su Angelica, mentre i maschi guardano in aria:
“Era il periodo degli attentati e ho immaginato un progetto in cui i ragazzi ebrei e arabi partecipassero insieme ad un teatro che li facesse esprimere e costruire un mondo senza guerra, senza odio, di modo che si guardassero in faccia senza maschera.” e mentre Angelica illuminava tanti ragazzi, mentre una scienziata israeliana vinceva un Nobel per la chimica, mentre un’ azienda israeliana vendeva alla Volvo un sistema salvavita per i pedoni, paradossalmente nello stesso istante a decine si levavano nuove voci che invocavano l’odio e la distruzione di Israele, dal consiglio dei “diritti umani di Ginevra”, a manifestazioni e discorsi in giro per il pianeta. Nonostante questo buio, Angelica costruisce, perché sa che quello dei distruttori non è il mondo :“Quando ci presentiamo, noi diamo agli altri qualcosa di noi, mettiamo nelle loro mani la nostra identità”, spiega Angelica, i ragazzi sono a bocca aperta, scoprono sia l’autostima che il desiderio di sentirsi pronti per ascoltare gli altri e per esserne parte.
Nel mondo ci sono donne incredibili, Tessitrici di Pace come la pedagogista e regista Edna Angelica Calo Livne che ha creato una Fondazione la “Beresheet La Shalom Foundation” (Beresheet è la prima parola della Bibbia e vuol dire “All’inizio”) che fa un lavoro immane e stupendo con le giovani generazioni israeliane e palestinesi , di varie etnie nel mondo attraverso lo strumento altamente educativo e unificatore che è il Teatro.
MALALA
UN BAMBINO , UN INSEGNANTE E UNA PENNA POSSONO CAMBIARE IL MONDO . LE PAROLE POSSONO CAMBIARE IL MONDO!
MALALA YOUSAFZAI
12 LUGLIO 2013 - ONU
STRALCIO DEL SUO DISCORSO
Cari fratelli e sorelle ricordate una cosa. La giornata di Malala non è la mia giornata. Oggi è la giornata di ogni donna, di ogni bambino, di ogni bambina che ha alzato la voce per reclamare i suoi diritti.
Ci sono centinaia di attivisti e di assistenti sociali che non soltanto chiedono il rispetto dei diritti umani, ma lottano anche per assicurare istruzione a tutti in tutto il mondo, per raggiungere i loro obiettivi di istruzione, pace e uguaglianza.
Migliaia di persone sono state uccise dai terroristi e migliaia di altre sono state ferite da loro. Io sono soltanto una di loro. Io sono qui, una ragazza tra tante, e non parlo per me, ma per tutti i bambini e le bambine. Voglio far sentire la mia voce non perché posso gridare, ma perché coloro che non l’hanno siano ascoltati. Coloro che lottano per i loro diritti: il diritto di vivere in pace, il diritto di essere trattati con dignità, il diritto di avere pari opportunità e il diritto di ricevere un’istruzione.
Cari amici, nella notte del 9 ottobre 2012 i Taliban mi hanno sparato sul lato sinistro della fronte. Hanno sparato anche ai miei amici. Pensavano che le loro pallottole ci avrebbero messo a tacere. Ma hanno fallito. E da quel silenzio si sono levate migliaia di voci. I terroristi pensavano che sparando avrebbero cambiato i nostri obiettivi e fermato le nostre ambizioni, ma niente nella mia vita è cambiato tranne questo: la debolezza, la paura e la disperazione sono morte. La forza, il potere e il coraggio sono nati. Io sono la stessa Malala. Le mie ambizioni sono le stesse. Così pure le mie speranze sono le stesse.
Cari fratelli e sorelle io non sono contro nessuno. Nemmeno contro i terroristi. Non sono qui a parlare in termini di vendetta personale contro i Taliban o qualsiasi altro gruppo terrorista. Sono qui a parlare a favore del diritto all’istruzione di ogni bambino. Io voglio che tutti i figli e le figlie degli estremisti, soprattutto Taliban, ricevano un’istruzione. Non odio neppure il Taliban che mi ha sparato. Anche se avessi una pistola in mano ed egli mi stesse davanti e stesse per spararmi, io non sparerei. Questa è la compassione che ho appreso da Mohamed, il profeta misericordioso, da Gesù Cristo e dal Buddha. Questa è il lascito che ho ricevuto da Martin Luther King, Nelson Mandela e Muhammed Ali Jinnah. Questa è la filosofia della non-violenza che ho appreso da Gandhi, Bacha Khan e Madre Teresa. E questo è il perdono che ho imparato da mio padre e da mia madre. Questo è quello che la mia anima mi dice: siate in pace e amatevi l’un l’altro.
(….)
Cari fratelli e sorelle non dobbiamo dimenticare che milioni di persone soffrono per ignoranza, povertà e ingiustizia. Non dobbiamo dimenticare che milioni di persone non hanno scuole. Lasciateci ingaggiare dunque una lotta globale contro l’analfabetismo, la povertà e il terrorismo e lasciateci prendere in mano libri e penne. Queste sono le nostre armi più potenti. Un bambino, un maestro, una penna e un libro possono fare la differenza e cambiare il mondo. L’istruzione è la sola soluzione ai mali del mondo. L’istruzione potrà salvare il mondo.
FONTE : http://www.europaquotidiano.it/2013/07/12/il-discorso-allonu-di-malala-la-sedicenne-candidata-al-nobel-per-la-pace/
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